Korissìa - Korissìa, Kea (0 Km)
Vento SW 24-37 nodi (F6-8) - Mare agitato - Temperatura 22°C
Un'altra giornata di riposo.
I fili della luce sulla nostra tenda ululano nel vento. I cartelli stradali dondolano ad ogni raffica. La baia interna del porto di Korissìa è rigata di frangenti.
Per vedere lo spettacolo del mare in burrasca facciamo una lunga passeggiata verso il faro, d'altra parte della baia, a tre chilometri dal porto.
E' sempre affascinante guardare il mare che cambia, prima blu sotto i raggi del sole, poi nero sotto la coltre di nuvole basse, poi bianco sotto la pioggia battente. Ci godiamo lo spettacolo dall'alto del promontorio, ripensando ancora alle giornate appena trascorse in mare, quando uno spettacolo simile, anche se molto più contenuto, lo abbiamo ammirato dal vivo, seduti in kayak, dentro il mare. Da quassù è molto più sicuro e tranquillo, ma la potenza della natura cattura lo stesso, col suo cielo illuminato dai lampi, col suo mare immenso in continuo movimento, col suo vento che in poche ore raggiunge una forza inaudita.
Forse è il vento, più del mare, ad affascinarmi in questi momenti: è il vento che fa cambiare aspetto alle cose, è il vento che influisce sullo stato del mare, è il vento che porta nuvole e pioggia. Il vento scompiglia capelli ed idee, rende insofferenti e matti. Il vento pulisce le cose e porta novità. Per questo e per altri mille motivi mi piace il vento, anche quando soffia in direzione contraria alla nostra, anche quando rallenta la nostra avanzata, anche quando, come in questi ultimi giorni di viaggio, ci tiene bloccati sull'ultima isola delle Cicladi.
Mi piace il vento, sempre e comunque. Oggi preferisco ascoltare la sua voce da terra.
Torniamo in porto appena in tempo: quando entriamo nella taverna inizia a diluviare.
Scende sull'isola tutta l'acqua che prima bagnava il mare.
Aspettiamo che smetta per tornare al nostro rifugio all'aperto e per montare la nostra povera tendina: nel frattempo il vento non è calato di un nodo e così le strade sono già tutte asciutte. Il capanno sotto cui abbiamo da giorni trovato riparo è lavato, pulito e secco, pronto per accoglierci per la terza notte consecutiva.
Al lavoro all'aperto |
In visita al faro di Korissìa, due lampi ogni cinque secondi... |
Il nostro accampamento di prima classe nella baia acconto al porto |
Giovedì 10 novembre 2016 - 140° giorno di viaggio
Korissìa - Korissìa, Kea (0 Km)
Vento W 14-20 nodi (F4-5) - Mare mosso - Temperatura 20°C
Facciamo ormai parte dell'arredo urbano.
La taverna in cui avevamo pranzato a giugno è chiusa, come la maggior parte degli altri ristoranti, bar e negozi affacciati sul lungo mare. Ripieghiamo nella prima taverna sul porto, per poi spostarci ad ogni pasto in un locale diverso: stavolta li proviamo tutti, in barba alle nostre abitudini di turisti abitudinari.
Insalata ricche e saporite, torte salate, souvlaki e gyros, crepes al cioccolato e dolci tipici locali, tutto innaffiato da birre fresche e caffè frappè: la nostra dieta di questi ultimi giorni su Kea è molto varia.
Per smaltire, saliamo a piedi al paese di Ioulida, che già volevamo visitare a giugno. Allora non c'erano ancora gli autobus, adesso sono già state sospese tutte le corse. Sono quasi sei chilometri, su per i tornanti che salgono verso la vetta di un monte nel centro dell'isola. Si gode di una visuale aperta a 360° su tutta la parte nord di Kea: rivediamo così dall'alto le baie che abbiamo toccato in kayak, la costa lungo la quale abbiamo pagaiato ed anche il capo che ci ha bloccato. Quando scendiamo, sempre a piedi, torniamo a mettere le gambe sotto al tavolo.
Qui l'inverno non sembra arrivare mai: noi siamo a piedi scalzi, gli altri girano in maglietta; i fichi d'india sono da poco maturi, le olive cadono ora dagli alberi ed i gigli di mare stanno rilasciando adesso i loro semi, belli e curiosi come piccoli tizzoni neri che la più debole bava di vento sparge sulla sabbia.
Il vento oggi è ancora troppo frotte per consentirci di riprendere il mare.
Con 15 nodi non avremmo potuto affrontare la traversata di 20 chilometri tra Kea e Makronissos. Inoltre, la direzione del vento è oggi esattamente contraria alla nostra rotta di traversata e con le raffiche che ben conosciamo rischieremmo di impiegarci una vita per arrivare dall'altra parte.
Aspettiamo giorni migliori, che sappiamo arriveranno.
Intanto, approfondiamo la nostra conoscenza del luogo.
Tutta l'isola è disseminata di cassette postali azzurre davanti alle quali in molti si fermano spesso per ritirare la corrispondenza. Deve essere un modo semplice e veloce per consegnare la posta senza costringere il postino ad arrampicarsi su e giù per le montagne dell'isola per raggiungere casolari di campagna isolati e magari senza neanche un indirizzo certo.
Qui sono tutti molto rilassati, anche quando lavorano: iniziano dopo le 10,30 del mattino ed i negozi restano aperti con orari un po' bislacchi; i locali pubblici, invece, sono aperti tutto il giorno ma i gestori, oltre a servire i clienti, giocano a carte con gli amici, parlano fitto fitto al telefono e tinteggiano gli interni.
Gli abitanti dell'isola, giovani e meno giovani, sono tutti pazienti, sorridenti e disponibili.
Solo le regole comunitarie sembrano ignorate: fumano nei locali pubblici, nei bar mentre giocano a backgammon ma anche dietro la scrivania dell'unica banca del porto; guidano moto e motorini senza indossare il casco e tutti quelli alla guida del classico pick-up hanno una mano sul volante e l'altra al cellulare. Le auto sono quasi tutte smarmittate, alcune senza targa: per trasportare un cancello in ferro dipinto di fresco di un bell'azzurro acceso, un amico del fabbro è salito sul cassone del pick-up e l'altro s'è messo alla guida, telefonando per avvisare forse che stavano arrivando. Sembrano senza regole, ma forse seguono la regola migliore: quella della tolleranza.
A noi ci squadrano dalla testa ai piedi, sorpresi di vederci ancora bighellonare per il porto, incuriositi dalle ciabatte di Mauro (specie quando ci infila sotto i calzini!), disgustati forse più di noi dalla consistenza cartonata dei nostri capelli. Ma ricambiano i saluti, sorridono di rimando e... anche il proprietario del locale sotto il quale abbiamo montato la tenda, quando è passato a controllare, ci ha augurato una buona giornata.
Adesso sappiamo di poter vivere su una di queste meravigliose isole Greche. Anche in inverno, la stagione durante la quale tutto scorre in maniera tranquilla, silenziosa e rilassante. Anche quando piove e tira vento.
Ora però vorremmo tanto riuscire a completare il periplo delle Isole Cicladi e a tornare a casa.
Abbiamo un appuntamento importante al quale non vogliamo mancare e soprattutto abbiamo voglia di riabbracciare parenti ed amici!
Spostiamo i kayak sotto il muricciolo quando il mare cresce gonfiato dal vento |
Per timore di essere sorpresi dal temporale troviamo rifugio in un vecchio rudere... |
Il cielo carico di nuvole sulla baia di Korissìa, la cittadina sullo sfondo |
Venerdì 11 novembre 2016 - 141° giorno di viaggio
Korissìa - Korissìa, Kea - (0 Km)
Vento W-SW 12-15 nodi (F4) - Mare poco mosso - Temperatura 19°C
Ieri abbiamo guardato le previsioni con una frequenza compulsiva: vogliamo ripartire.
Oggi sembra il giorno giusto, il vento potrebbe calare ed il mare seguire il suo esempio.
Puntiamo la sveglia alle sei ed iniziamo a smontare il campo e a caricare i kayak senza quasi degnare di uno sguardo il mare: siamo timorosi che ci riservi qualche altra sorpresa.
Stamattina non indosso i pantaloni semi-stagni: sono spariti già dalla prima sera su Kea. Colpa mia che li ho lasciati appesi nello spogliatoio allestito sulla spiaggia. Colpa del ladro, incalza Mauro, che ha rubato un pezzo dell'abbigliamento tecnico ben sapendo che, lasciato a pochi metri dai kayak, non poteva che far parte della nostra attrezzatura...
Strano viaggio, questo alle Isole Cicladi: inizia e finisce con un furto. Chissà che non dipenda dal fatto che, all'inizio di questa lunga peregrinazione nel Mar Egeo, non siamo passati a rendere omaggio a Poseidone, il dio del mare, il cui tempio si staglia con le colonne alte e slanciate su quel Capo Sounion che chiude a sud la penisola dell'Attica. Speriamo di passarci accanto quanto prima, magari già stasera, se non al più tardi domani: proveremo ad invocare la sua protezione per i prossimi viaggi in Grecia!
Ma forse servirebbe anche per questo, di viaggio. Una protezione speciale!
Neanche oggi partiamo: le previsioni del mattino danno vento moderato intorno ai 15 nodi, che altre volte ci è capitato di affrontare e di sopportare. Ma stavolta c'è una traversata di mezzo e la direzione del vento, manco a dirlo, è esattamente contraria alla nostra rotta. Rischieremmo di restare in mezzo al mare per oltre cinque ore. Forse il lungo viaggio ci ha un po' rammollito ma non abbiamo alcuna voglia di concluderlo con una lunga pagaiata tra i frangenti, che ormai numerosi rigano ed imbiancano il canale tra Kea e Makronissos.
Possiamo permetterci un lusso che in altri viaggi ci era precluso: rinviare ed aspettare giorni migliori, tanto non abbiamo alcun traghetto prenotato per il rientro. Il viaggio è aperto. Un vantaggio impagabile. Che ci fa prendere decisioni in maniera molto rilassata. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per completare periplo delle Isole Cicladi.
Anche se ormai cominciamo a mordere il freno e ad avere voglia di tornare a casa.
Le cassette postali che hanno stuzzicato la nostra curiosità |
La fioritura nel centro di Ioulida, un paesino di montagna nel nord di Kea |
Mille modi per giocare a scacchi col tempo, dopo averlo fatto a lungo col Meltemi! |
Sabato 12 novembre 2016 - 142° giorno di viaggio
Korissìa - Korissìa, Kea (0 Km)
Vento SW 17-23 nodi ((F5-6) - Mare poco mosso - Temperatura 21°C
Un'altra giornata di fermo obbligato. La quinta consecutiva a Kea!
Ieri abbiamo trascorso l'intera giornata a passeggiare lungo il porto, ad osservare il via vai di passanti e a guardarci intorno per scegliere dove andare a mangiare.
E' arrivata una nave dopo l'altra ed il molo ad un certo punto non ne poteva accogliere più: il porto principale di Kea è così piccolo che già tre navi creano un ingorgo. Le cime di ormeggio sono state affastellate intorno alle stesse bitte e la terza nave, quella del trasporto carburante, ha dovuto fare diverse manovre per conquistare uno spazio tra le altre due. C'era il solito traghetto di collegamento con l'Isola di Eubea che compie diverse corse a settimana, e che spesso, come ieri sera, arriva a tarda ora e trascorre la notte in porto. La seconda nave era quella per il trasporto di materiali sfusi: stavolta veniva a scaricare sull'isola sabbia e brecciolino e già dal mattino c'era un'ordinata fila di camion in attesa sulla banchina per effettuare il carico. Sono andati avanti e indietro per l'intera giornata, fino a quando è scesa la notte. Il lavoro più faticoso (ma anche più creativo) era comunque quello del gruista, che dalla nave prelevava con una benna manciate enormi di sabbia prima, e brecciolino dopo, e li rovesciava nei vari camion, eseguendo spesso manovre molto delicate per livellare o per spostare il carico. Siamo rimasti ore intere ad osservare i vari passaggi di questo trasporto speciale. Gli autisti dei camion usano, come i loro colleghi delle automobili, una mano per controllare il volante e l'altra per telefonare al cellulare. Uno di loro si è portato dietro pure un bimbetto biondo che non avrà avuto neanche quattro anni e che dall'alto della cabina sorrideva e salutava.
E' stata una giornata particolare per il paese.
Anche perché in serata è arrivato un altro traghetto carico di passeggeri che sono scesi a piedi ed in auto e che presto si sono dileguati per le strade interne dell'isola. Era venerdì sera e molti ateniesi e greci della terraferma sono venuti a passare il fine settimana su Kea, l'isola più vicina all'Attica.
E' talmente vicina che ogni sera noi vediamo le luci di Atene che si proiettano nel cielo nero.
E' così vicina che oggi, non avendo niente altro da fare se non cambiare locale per ben tre volte, decidiamo che domani andiamo. Oggi non arrivano navi o traghetti ad occupare il porto e le lunghe ore della nostra quinta giornata consecutiva su Kea. Oggi è un sabato tranquillo che non offre molti altri momenti di svago. Cominciamo a fremere.
I nostri continui e maniacali controlli delle previsioni meteorologiche ci fanno ben sperare: la lunga attesa potrebbe essere premiata da venti in calo e di direzione variabile. Se così fosse, avremmo i due giorni necessari per raggiungere Atene.
Sono giorni che mordiamo il freno per arrivare al fondo del viaggio.
Ormai è deciso: domani partiamo.
I commenti su Facebook (12 novembre 2016):
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/tatiana.cappucci/posts/1252484088105828
Ancora fermi a Kea...
Anna Durant: Hello my friend. How are you and Mauro doing? Hope the tour goes well.
[Tatiana Cappucci: Hi Anna, we're still in Greece, enjoying warm weather and good food :-)]
Anna Durant: How lucky you are to be able to enjoy all the wonderful places you go. Greece is wonderful and the food it great! Sounds like all is great!
Βετα Μουστακη Σκαραμαγκα: ΚΑΛΑ ΤΑΞΙΔΙΑ ΜΕ ΗΡΕΜΕΣ ΘΑΛΑΣΕΣ ΚΑΙ ΝΑ ΠΕΡΝΑΤΕ ΚΑΛΛΑ!!!!!!!!!!!!!!!!!!ΣΑΣ ΧΑΙΡΩΜΕ ΦΙΛΙΑ ΠΟΛΛΑ11!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ranieri Santarosa: siete unici, pagaiate felici anche per noi
Βετα Μουστακη Σκαραμαγκα: Σας περιμενω Ραφηνα θα ερθεται!!!!!!!!!!!!!!!
Marco Valle: Ormai è fatta! Grandi!
Marina Delbene: :-*
Pili Vendrell: Enjoy your tour!!! kisses!
Maricarmen Perez Gonzalez: Te veo feliz Tatiana, me dan envidia tus fantásticas travesías, un beso grande para los dos.
Rachele Orlando: Dai tornate che non vediamo l'ora di vedervi!
Isabella Beltramini: In bocca al lupo "ragazzi" state attenti ;)