Si tratta di una cima annodata a due moschettoni: la lunghezza e la dimensione della cima, come anche la misura dei moschettoni, sono variabili che dipendono dalle esigenze dei singoli kayaker.
In caso di necessità, la contact-line permette di eseguire un traino ravvicinato o altre manovre di emergenza, mantenendo i kayak vicini, stabili e sicuri.
Tempo fa ne avevamo parlato in una delle prime Newsletter di Tatiyak, quella di maggio 2012: ne avevo viste tante al Symposium di Anglesey e me ne ero subito procurata una: ero e sono convinta dell'importante di poter variare la lunghezza della cima, per riuscire ad adattarla sia al ponte del nostro kayak che a quello del compagno in difficoltà.
Poi, come spesso capita nella vita, e a maggior ragione nel mondo del kayak da mare, le cose evolvono e nell'aprile 2014, sempre su un'altra Newsletter di Tatiyak, avevamo presentato il nuovo modello ideato da Gordon Brown, con annesso video didattico esplicativo.
Ora sono molto contenta di parlare della mia cima di contatto preferita, appena scovata all'ultimo Symposium di Anglesey dello scorso maggio 2016: la contact-line prodotta dalla Whetman Equipment, una neonata ditta inglese del Devonshire gestita da un canoista molto esperto, Steve Whetman.
E' la contact-line che porteremo con noi in viaggio alle Isole Cicladi!
La contact-line della Whetman Equipment pronta all'uso.. |
... ed in uso sul ponte del kayak. |
Il particolare dell'anello di acciaio posizionato sotto lo sgancio rapido |
E' la migliore in circolazione perché ha due moschettoni grandi abbastanza da stare nel palmo della mano e soprattutto perché è l'unica ad avere uno sgancio rapido di sicurezza, una caratteristica che nel tempo ho imparato ad apprezzare come imprescindibile per la sicurezza propria ed altrui.
Steve Whetman lo spiega molto bene sia nella pagina dedicata alla sua contact-line per il kayak da mare, che in un video alquanto simpatico, lungo ben 9 minuti, inserito al fondo di un'altra pagina ricca di foto...
La contact-line Whetman può essere usata in due modi differenti: il primo è il traino corto, quello che si esegue dal ponte del proprio kayak alla prua del kayak da trainare, così da averlo vicino al nostro pozzetto (il suggerimento di scegliere il traino diagonale è molto valido, sia perché il kayak del compagno in difficoltà rimane sempre attaccato al nostro e sia perché lo sgancio rapido della contact-line è proprio sotto i nostri occhi, al centro del ponte anteriore!); il secondo è la cosiddetta zattera, quella usata per mantenere un contatto tra due kayak stabile e durevole - anche per periodi prolungati, se necessario - agganciando i moschettoni della contact-line ai tienti-bene dei due kayak coinvolti nella zattera.
Steve spiega anche che, per ragione di sicurezza, è necessario far scorrere la fettuccia gialla dentro l'anello d'acciaio posto sotto lo sgancio rapido.
La cosa sorprendente, almeno per me, è che tutti i moschettoni usati dalla Whetman Equipment sono italiani: è un prodotto nostrano molto apprezzato all'estero e chissà perché fatichiamo così tanto a trovare dei buoni moschettoni in Italia (mica potranno destinarli tutti all'esportazione, no?)
Come per tutte le tecniche di salvataggio in mare, infine, Steve ricorda che è fondamentale esercitarsi nell'uso corretto e sicuro di ogni dispositivo di sicurezza, specie con una contact-line così innovativa!
Let's go practising!
I commenti su Facebook (6 giugno 2016):
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/tatiana.cappucci/posts/1129261000428138
La cima di contatto che porteremo con noi in viaggio...
Paul Griffiths: Tatiana, I am also using this contact tow at the moment, let me know how you get on with it
Jon Hackley: Thanks for the post. I just ordered a couple from Kayak Waveology in CT, USA after email exchanges with Steve Whetman.