Varkiza - Kalivia Thorikou, Attica (6 km)
Vento N 15-20 nodi (F4-5) - Mare quasi mosso - Temperatura 28°C
Abbiamo ritirato la copia della denuncia di furto con un giorno di anticipo perché fremevamo per partire. Quando abbiamo cominciato ad organizzare il carico dei Voyager, ci siamo accorti che, insieme al telefono e all'orologio di Mauro, i ladri hanno rubato anche il mio kit di igiene personale: addio crema idratante, deodorante, burro cacao, sapone di Aleppo e necessaire per la manicure. Ma soprattutto addio al mio amato dentifricio secco. Spero che nell'aprire quello che speravano fosse un portafoglio, i ladri ci siamo rimasti così male da perdere qualche dente!
E' stata la partenza più lenta di sempre: dopo una settimana dall'inizio del viaggio, riusciamo finalmente a prendere il mare.
Ma sono stati anche i preparativi più lunghi di sempre: sei ore per stivare ogni cosa nei kayak, ancora e sempre sorpresi dalla capacità di carico dei Voyager, che pure avendo una bassa linea groenlandese, hanno una chiglia a V talmente pronunciata da contenere l'inverosimile.
E' stato anche l'imbarco notturno più felice di sempre: mai avevamo iniziato un viaggio in kayak partendo al tramonto, ma stavolta non perdiamo l'occasione di navigare di notte pur di allontanarci dalla spiaggia del misfatto.
Salutiamo Stavros e Ion, che si prenderanno cura della Mauromobile per i prossimi mesi, e controlliamo di avere stivato tutto, comprese le magliette di Cannibals, che Stavros ci ha assicurato essere un ottimo lasciapassare nelle Isole Cicladi, specie con la guardia costiera...
Pagaiamo per poco tempo, dalle ventuno alle ventidue e trenta, lungo la costa che ormai conosciamo a menadito. Stiamo attenti ad ogni riflesso sul mare nero, con l'orecchio teso ai fragori delle onde che rompono qua e là sugli scogli semi sommersi. Quando scorgiamo una serie di ondicelle biancastre, illuminate dalla prima luna, capiamo di essere arrivati al nostro campo per la notte: una piccola caletta di ciottoli intagliata tra la costa rocciosa ed una serie di secche aperte verso il mare aperto. Impieghiamo un'eternità per sbarcare, preoccupati di non toccare gli scogli affioranti neanche con la punta della pagaia, ma poi ci godiamo la prima tappa cenando al chiaro di luna e chiacchierando fitto fitto. Finisce che ce ne andiamo a dormire che è ormai il giorno dopo, all'una e mezza appena passata, stanchi ma contenti.
Caos migrante: incredibilmente entrerà tutto! |
Cosa non si fa per risparmiare le batterie del GPS! |
Miglioramento continuo del carico... |
Con la maglietta a maniche lunghe ho indossato i colori della nazionale... |
Il Tempio di Poseidone si avvicina! |
Sabato 25 giugno 2016 - 2° giorno di viaggio
Kalivia Thorikou - Akrotiri Sounion, Attica (26 km)
Vento N-NW 17-26 nodi (F5-6) - Mare quasi mosso - Temperatura 27°C
Risveglio lento, anzi lentissimo, come si addice al primo giorno di viaggio. Ci alziamo solo quando il sole fa capolino nella tenda e ci imbarchiamo che è quasi ora di pranzo.
I kayak restano a lungo appaiati sulla spiaggetta perché noi abbiamo già rifatto il carico almeno tre volte, spostando nel gavone di prua quel che era a poppa e viceversa, e riordinando il contenuto di quasi tutte le sacche stagne. Ora forse ci siamo.
I frequentatori abituali della caletta sono visibilmente infastiditi dalla nostra presenza: i due Voyager occupano il posto in cui solitamente sistemano le loro seggioline. Ma basta poco, qualche parola nel nostro greco traballante, per strappare sorrisi ripetuti. Quando fanno per andarsene, due vecchietti più spigliati di altri ci passano attorno e ci salutano: la vecchina, per essere sicura, mi batte due volte sulla spalla la manina paffuta e poi la muove nell'aria con insistenza, ripetendo "Yià sas, yià sas" finché non raggiunge le scalette.
Ecco, questi piccoli segnali di affetto ci scaldano il cuore e ci fanno recuperare la fiducia nel genere umano!
La giornata procede tra raffiche di Meltemi, che ci accompagnano fino all'isoletta disabitata di Arsida, una piacevole sosta all'ombra con annesso pisolino, e poi ancora frangenti al traverso fino a Capo Sounion, dove arriviamo bagnati e imbiancati di salsedine poco prima del tramonto.
Le 17 colonne di marmo bianco del famoso Tempio di Poseidone svettano sulla baietta già ingombra di decine di barche a vela. Sbarchiamo nell'unico pezzetto di spiaggia libera, tra un mostruoso resort e una folta schiera di lettini e ombrelloni. Ci cambiamo al volo e sempre volando atterriamo nella più vicina taverna: tavolino vista mare proprio di fronte al tempio illuminato: avremmo voluto salirci a piedi, per rendere omaggio al Dio del Mare, che tanto ha sempre fatto per noi, ma dobbiamo rinunciare perché il sito archeologico è recintato con filo spinato e l'ingresso è troppo lontano. Preferiamo riempirci la pancia, gli occhi dovranno accontentarsi dell'immagine da cartolina che ci godiamo dal campo e Poseidone del saluto che gli abbiamo già rivolto dal kayak e che domani ripeteremo.
Ceniamo con la "solita" insalata greca, diventata già il nostro piatto abituale, e sfruttiamo le prese elettriche della taverna per aggiornare il blog con queste righe......
La notte sarà breve e lieve.
Domani traversiamo su Kea, la prima isola delle nostre Cicladi!
I commenti su Facebook (25 giugno 2016):
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/tatiana.cappucci/posts/1140957492591822
L'emozione della partenza è sempre grande nonostante tutti i contrattempi!
Alice Urzì: Buon viaggio :)
Massimiliano Milani: buon viaggio, divertitevi
Eugenio Lendaro: Viaggiate anche per noi.
Eric Costa Rocher: Bonne navigation! J'ai déja hate de vous lire . =D
Sergio Cappucci: portatevela na cosetta no !?
[Mauro Ferro: ... giusto l'indispensabile...]
Anne Chardonneau: Bravo!!! Profitez bien ... c'est cool, grâce à vous , nous voyons un peu le soleil!! A bientot de vos nouvelles!