SUMMER OPEN SEA KAYAK EXPEDITION...

Fin dalla prima volta che ci siamo avventurati sul Mar Egeo, abbiamo fantasticato di pagaiare per un lungo periodo tra le sue innumerevoli isole... senza avere l'assillo di dover finire nel tempo a disposizione quello che ci eravamo prefissati.
Ora questa aspettativa si è concretizzata: il viaggio inizia a fine giugno con un biglietto di sola andata...
Quando avremo finito le Isole Cicladi... torneremo a casa...
Tatiana e Mauro

Please use the translator on the left.
We're paddling most of the day and we don't have enough time to translate every single post...
We're confident you understand our position!


mercoledì 27 luglio 2016

Una giornata in compagnia

Lunedì 25 luglio 2016 - 32° giorno di viaggio
Adamantas - Adamantas, Milos (0 km) 
Vento N 25-33 nodi (F6-7) - Mare agitato - Temperatura 25°C
Lunga e proficua giornata a terra.
Cominciamo con la solita sveglia lenta, uscendo dai sacchi a pelo soltanto quando il sole si intrufola tra le tamerici sotto cui abbiamo montato il campo, e con la solita colazione lenta, dando fondo alle ultime provviste per riempire le scodelle di muesli e marmellata fatta in casa dal Mammut (quella di prugne e cannella è finita da tempo, fortuna che ne abbiamo stivata una seconda dose altrettanto abbondante di more e lamponi, frutti del giardino di Latina).
Continuiamo con la ricerca (riuscita!) per le vie del centro di Triovasalos, uno dei borghi anonimi ma vitalissimi che sovrastano il porto, di una presa tripla per ricaricare più facilmente computer e telefoni cellulari ogni volta che facciamo tappa in taverna, e di un centro di telefonia mobile per ricaricare la scheda telefonica e la chiavetta internet greche di cui ci siamo premuniti alla partenza da Atene.
Proseguiamo nella nostra trasferta salendo su un secondo autobus che ci porta fino a Plaka, il capoluogo di Milos e la cittadina più pittoresca dell'isola. Facciamo una preliminare sosta in taverna per mettere subito in uso la tripla e per rifocillarci a dovere con le migliori melanzane col formaggio di sempre. Partiamo alla scoperta del Kastro sotto il cocente sole delle quattro del pomeriggio, perdendoci e ritrovandoci tra gli ormai familiari vicoletti lastricati che si attorcigliano intorno alla collina conica come una coroncina fiorita di bouganville e gerani.
Scarpiniamo fino alla sommità del paese per ammirare il panorama da cartolina che si gode dal sagrato della chiesa più elevata e dalla sommità delle rovine del vecchio castello. Ma la vera ragione per cui Mauro accetta di sottoporsi a tale inaudita sfacchinata è un'altra: scrutare il mare dall'alto. Vogliamo capire se le condizioni sono davvero quelle descritte dalle previsioni meteorologiche: vorremmo tanto poterci spostare da Adamantas e proseguire nella nostra esplorazione dell'isola ma... Il mare è tutto gonfio di frangenti, le raffiche sono talmente forti da non permetterci di stare all'in piedi e lungo la costa settentrionale, completamente esposta al Meltemi, le onde aggrediscono le scogliere rocciose con continui schiaffi poderosi. Se lo stato del mare non si attenua, non è certo il caso di avventurarsi là fuori.
Scendiamo un po' sconfortati e cerchiamo il negozio più curioso del paese, un piccolo museo di sabbie da tutto il mondo che il titolare usa in maniera creativa per realizzare porta-candele, sotto-bicchieri e quadretti molto particolari. Lo troviamo in uno degli angoli più suggestivi e curati di Plaka, accanto ad una serie di scalinate adorne di colorai vasi di fiori e di piante grasse, tra finestrelle con tendine di pizzo e decorazioni di ciottoli bianche e neri nei cortili interni delle case. Lo troviamo, ma è chiuso. Ci avrei passato dentro almeno un paio d'ore, ad osservare al microscopio le varie tonalità e le diverse granulometrie delle tantissime sabbie esposte, da quelle dell'Antartico a quelle di Capo Nord. Ma purtroppo il museo-negozio rispetta un orario talmente particolare, dalle 7 di sera a mezzanotte, da risultare incompatibile coi nostri ritmi. Devo accontentarmi di sbirciare dalla finestra!
Recuperiamo con la visita del Museo delle Miniere, dove restiamo davvero oltre due ore, schiacciando il naso contro le vetrine espositive ricolme di minerali di ogni forma e colore. Scopro con soddisfazione di avere già raccolto in spiaggia alcuni piccoli pezzi di caolino, bentonite e perlite, per non parlare, ovviamente, dell'ossidiana. Persino Mauro si lascia incuriosire dalle interviste agli ultimi minatori dell'isola e alle vecchiette che da ragazze pulivano pietre nelle cave di zolfo: nel caldo soffocante dell'isola vulcanica, erano coperte dalla testa ai piedi con camicione a maniche lunghe e gonnellone a quadri, scarponi da contadine, grandi fazzoletti in testa e guanti di cotone grezzo e spesso per proteggere le mani dal duro lavoro con la picozza. Molto più facile quel che faccio io, con le pietre: raccoglierle e qualche volta impilarle davanti al mare...
Concludiamo la giornata con il ritorno nella stessa taverna della sera precedente, per cenare allo stesso tavolo sotto lo stesso pergolato. Ma niente è mai davvero lo stesso: questa sera le nostre vicine sono due simpatiche veliste romane dallo stesso nome tipicamente capitolino, Patrizia, con le quali attacchiamo subito bottone per scambiarci informazioni ed impressioni sulla qualità e varietà della cucina tradizionale greca e soprattutto sulle tantissime spiagge dell'isola di Milos.
Pensiamo che la serata stia ormai volgendo al termine quando ci telefona Raphael!
Erano giorni che cercavamo un incontro con il titolare francese di "Cyclades Kayak", il secondo (perché più recente!) centro di escursioni guidate in kayak intorno a Milos (e ad altre isole dell'arcipelago, da Serifos a Sifnos, da Paxos a Naxos...). Non eravamo però ancora riusciti ad incontrarlo, complice una strana serie di ritardi nella lettura dei rispettivi messaggi e la perdurante assenza di connessione internet degli ultimi giorni. Stasera finalmente ci conosciamo! E ci ritroviamo a bere raki intorno allo stesso tavolo. Salutiamo le amiche romane, impostiamo la conversazione su un fluente inglese dagli incrociati accenti italo-francesi e per il resto della serata non facciamo altro che parlare di kayak. Fino all'una di notte! Senza rendercene conto, entriamo nel nuovo giorno continuando a chiacchierare di pagaie, viaggi, mari, venti e passioni comuni... e suggelliamo così una nuova interessante amicizia di kayak. Qualche cosa, quando ci si ritrova tra kayaker, è sempre la stessa!

Parapetto invisibile
Fiori
Al Museo delle Miniere di Adamantas, Milos
I vecchi strumenti di lavoro dei minatori
Welcome to Milos!
La partenza del gruppo guidato da Rod di Sea Kayak Milos
Le catacombe di Milos (lo supponiamo, non ne siamo sicuri!)
Il porticciolo colorato di Klima
I kayak non possono sbarcare facilmente...
Le scogliere di Fourkovouni

Martedì 26 luglio 2016 - 33° giorno di viaggio
Adamantas - Plathiena, Milos (7 km)
Vento N 21-31 nodi (F6-7) in attenuazione - Mare molto mosso, poco mosso solo nel golfo interno di Milos, dove ci troviamo - Temperatura 25°C
Siamo ancora in tenda a riordinare le cose che, dopo due giorni, profumano sempre di bucato, quando giunge al parcheggio sterrato poco distante Rod di "Sea Kayak Milos" con un gruppo di 12 clienti e 2 assistenti.
Abbiamo scelto questa spiaggia bruttina e poco accogliente perché è la più vicina al porto di Adamantas, una delle poche ridossate dal Meltemi e l'unica ad offrire uno schermo perfetto agli occhi indiscreti della cittadina portuale sul nostro campo base. In tre giorni, andiamo e veniamo sei volte lungo il sentiero sconnesso che cinge il cimitero francese, sale sul promontorio roccioso e scende nella spiaggia limitrofa, attrezzata di tutto punto e che segna il vero confine della città. E' il classico luogo prediletto dai campeggiatori: alle porte del porto, abbastanza vicino da risultare comodo ma abbastanza lontano da essere disertato dai più. E' anche uno dei punti di partenza delle varie escursioni guidate organizzate da Rod: già all'arrivo, due giorni fa, avevamo notato un carrello porta kayak lasciato poco distante dalla spiaggia. Stamattina lo posteggiano esattamente nello stesso luogo, scaricano i kayak singoli e doppi con un perfetto lavoro di squadra ed in 15 minuti d'orologio sono già tutti in mare. Rod mostra al gruppo due cose sulla pagaiata circolare nel vento e rivolge a noi due un saluto veloce: "What's your plan for today?". Magari, chissà, ci incontriamo più tardi in acqua...
Ma quando rientrano dall'escursione giornaliera, alle cinque esatte del pomeriggio, noi siamo ancora dietro a riordinare i kayak!
Come sempre, come in tutto, ce la prendiamo molto comoda: siamo andati a pranzo in una piccola taverna del porto che serve suvlaki e pita giros, i piatti prediletti di Mauro; poi abbiamo fatto rifornimento di acqua e viveri per i prossimi 4-5 giorni; in un'altra pausa al caffè-pasticceria dell'angolo abbiamo consultato per l'ennesima volta le previsioni meteorologiche. E' così che in un momento è trascorso un giorno intero. Siamo più lenti del solito, ci diciamo a mò di consolazione, perché abbiamo dormito troppo poco, dalle due alle otto. Ma in verità, siamo due bradipi nell'intimo.
Molto lentamente, ci accingiamo a concludere la giornata.
In ossequio alle previsioni, il Meltemi ha imperversato per tutto il giorno ed in serata accenna ad un primo impercettibile cedimento. Approfittiamo.
Pagaiando a babà, come dice il nostro amico napoletano Papele O' Marenaro quando pagaiare richiede l'impegno omonimo, ci lasciamo alle spalle il faro di Capo Bombarda e affrontiamo l'ultimo tratto del golfo interno di Milos. Dovremmo essere sempre ridossati, poi domani vedremo il da farsi. Raggiungiamo facilmente quattro bellissimi borghi marinari: il più famoso è Klima, ai piedi delle catacombe che forse scorgiamo dal mare nelle loro ultime propaggini scavate nella roccia morbida del promontorio. Qui non è più il blu il colore dominante: i vecchi depositi dei caicchi sono ora diventati case di vacanze per turisti ma conservano lo spazio al livello del mare per le reti da pesca. Ogni pescatore ha costruito nel tempo un secondo e terzo piano sull'unica stanza della rimessa e ha colorato portone, porta, finestre e balaustre di colori vivaci e tutti diversi: è un carnevale di rossi, verdi, arancioni, viola, gialli e qualche volta anche azzurri. Ci sono un paio di taverne e due negozietti di oggetti artigianali ma per la maggior parte i frequentatori del posto sono ancora i pescatori locali, come dimostra la fitta schiera di caicchi all'ancora nella baietta antistante, ognuno con gli stessi colori delle casette verticali di Klima.
Un gioco analogo, ma virato sui colori pastello, è in atto lungo la costa scoscesa, dove si rincorrono e si accavallano rocce policrome come quelle viste ieri al Museo delle Miniere. Ci stiamo avvicinando alla zona delle vecchie cave di perlite ed è tutto un proliferare di merli rossastri e pareti levigate bianche e gialle, inserti verdastri e molte altre variazioni cromatiche. Sul capo si ergono due faraglioni marroni che qui tutti chiamano "Gli Orsi" ma che a noi sembrano piuttosto due grossi conigli.
Il tramonto è pure in tecnicolor. La palla di fuoco del sole scompare dietro uno strato di nuvole basse e nere proprio accanto al profilo alto e scuro di Antimilos, e accende una serata rossa su tutta la spiaggia di sabbia bianchissima punteggiata di sassolini coloratissimi. Ceniamo sotto una tamerice più lacrimosa del solito e sotto una stellata più vibrante del solito. E ci ritiriamo in tenda prima del solito!

Tramonto dalla spiaggia di Plathiena, Milos
Rock-balancing serale
La girandolina gode ancora di ottima salute!
La spiaggia di Plathiena in pieno giorno...
La pausa pranzo in una caletta di Kabanes, nel nord di Milos
In magnifici tre: Eliot, Raphael e Jeremy (da sinistra a destra)
Incontri ravvicinati
Il raccolto porticciolo di Mandrakia, Milos
Grandi amici in un sol giorno: many thanks for your time, knowledge and smiles, guys!!!
I due Voyager sulla spiaggia est di Mitakas, Milos

Mercoledì 27 luglio 2016 - 34° giorno di viaggio
Plathiena - Mitakas, Milos (16 km)
Vento N 19-27 (F5-6) in attentuazione - Mare molto mosso con onde fino a 2 metri- Temperatura 25°C
La notte è stata più umida del solito, ma anche più lunga del solito: ci svegliamo alle dieci del mattino, dopo quasi dodici ore filate di sonno, quando ormai la spiaggia è già gremita di bagnanti.
Oggi è un giorno speciale: abbiamo un appuntamento in mare con Raphael!
Facciamo del nostro meglio ed in due ore siamo in acqua.
Fanno del loro meglio anche le ondicelle basse che frangono a riva e che ci riempiono il pozzetto di mezzo Egeo: la prima mezz'ora se ne va per svuotare i kayak, e anche la prima mezza colazione, vista la fatica che ci richiede usare la pompa di sentina dopo mesi di non utilizzo.
Non vogliamo arrivare tardi all'incontro ma il Meltemi non sembra volerci favorire: soffia con la prevista foga e quando doppiamo l'ultimo capo del golfo interno di Milos ci ritroviamo di fronte a tutta la sua potenza. Onde alte e frangenti rallentano la nostra avanzata ma... appena oltre la punta più esposta vediamo già i primi bagliori di una pagaia in mare. Deve essere Raphael. Gli andiamo incontro, ma presto di kayak ne intravediamo tre. Forse non è Raphael. Qualche altra pagaiata nella stessa direzione e capiamo: Raphael arriva con Eliot e Jeremy, i suoi due assistenti. Eliot lo avevamo già conosciuto a Kleftiko, la notte che abbiamo condiviso la spiaggia con lui e Vera, la sua fidanzata scozzese. Jeremy è un ragazzo francese arrivato per la prima volta in Grecia per studiare le tartarughe Caretta caretta e rimasto poi talmente irretito dal fascino non solo del mare greco ma anche delle cultura greca da avere imparato la lingua (suscitando la nostra più sincera ammirazione!).
Oggi è un giorno davvero speciale: pagaiamo con tre guide locali che ci raccontano tutto della costa!
E che per prima cosa ci chiedono se abbiamo fame: certo che si, rispondiamo all'unisono. E ci fanno sbarcare in una caletta ridossata tra le scogliere lavorate dalla furia del mare: mai avremo pensato di scovare un angolo tanto riparato proprio sul capo più esposto dell'isola.
Le chiacchiere iniziano ben prima di sederci a mangiare e proseguono per tutta la sosta. Ma anche dopo in mare. Eliot corre al largo a cercare onde da surfare, Raphael apre il gruppo e Jeremy ci intrattiene con informazioni di varia natura su "Milos la bella".
Puntiamo su Mandrakia per ammirare i ricoveri delle barche scavate nella roccia morbida e chiara. Ma il mare sembra volerci tenere a giocare tra le sue onde frangenti. Avanziamo con lentezza ma senza alcuna preoccupazione, tutti presi dalle nostre conversazioni su pagaie groenlandesi, esami BCU, amici comuni e via discorrendo.
L'ingresso al porticciolo di Mandrakia non lo avremmo mai scovato se fossimo stati da soli, in questo bailamme di schiuma spumeggiante che segue tutta la costa. Le nostre guide d'eccezione mostrano una notevole conoscenza della zona ed un'invidiabile confidenza col mare.
Oggi è davvero un giorno più che speciale: non solo pagaiamo in compagnia, per la prima volta da quando abbiamo iniziato il nostro viaggio alle Isole Cicladi, ma navighiamo insieme a tre canoisti talmente esperti da infonderci sicurezza.
Dopo una breve sosta nel porticciolo ci infiliamo in un corridoio tagliato nella costa, che non lasciava presagire alcun possibile passaggio navigabile e sbuchiamo sul tratto più bello della costa settentrionale di Milos: Sarakiniko, famosa per le sue 25 grotte, tutte visitabili in kayak, ma soprattutto per le sue scogliere levigate, basse e digradanti, di un bianco abbacinante che sono finite su tutte le cartoline promozionali dell'isola. Dobbiamo pagaiare a debita distanza dalla costa, per via delle onde di ritorno che generano poderosi "clapotis", ma ci divertiamo tutti un mondo a prevedere le più grandi, ad evitare le più minacciose e a giocare tra le tante altre onde ricciolute che oggi movimentato il mare.
Avvistiamo ben tre esemplari di Caretta caretta, davvero enormi: Jeremy pensa si tratti di femmine di circa 70 anni... e dopo qualche minuto avvistiamo anche il nostro punto di sbarco.
Di nuovo, senza la guida esperta di Raphael, Eliot e Jeremy non avremmo saputo scovare l'ingresso di quest'altro porticciolo ridossato e protetto: scogli affioranti proteggono la bocca principale ma la imbiancano di schiuma spumeggiante per tutta la parte occidentale, quella dalla quale noi arriviamo. Bisogna fare la gincana tra le secche, evitando di surfare sulle onde più cicciotte per non finire contro uno dei piccoli motoscafi ancorati in rada. Sembra di entrare in un frullatore. Ma poi tutto si placa, come d'incanto: al fondo della cala si apre una piccola ansa laterale che si sottrae alle sfuriate sia del vento che del mare. Tutto è calmo, piatto e tranquillo.
Sbarchiamo e per un'altra ora abbondante ce la raccontiamo all'ombra della tamerice centrale.
Poi arriva purtroppo il momento dei saluti e quando i fantastici tre riprendono il mare noi due ci spostiamo sotto la tamerice di destra per aggiornare il blog e poi sotto quella di sinistra per omaggiare Morfeo.
Oggi è stata una giornata davvero speciale, di quelle da ricordare!

2 commenti:

  1. I commenti su Facebook (27 luglio 2016):
    https://www.facebook.com/tatiana.cappucci/posts/1160994340588137
    Una giornata davvero speciale: thanks Raphael, Eliot & Jeremy!!!

    Daniel Forcier: Vraiment superbe

    Raphael Geeraert: Thanks to offer us a so nice dream !

    Andrea Bresil: Che posti e che mare fantastico

    Antonio Colantuoni: Belli i vostri racconti, grazie e buon divertimento. ....anche se mi son chiesto come possiate con tutto quel vento... ma la classe non è acqua😊😊😊

    Isabella Beltramini: Se penso al caldo che abbiamo dovuto sopportare l'estate del 1982 in sardegna, con Mauro, che non ci lasciava abbassare i finestrini dell'auto per il vento....... non ci posso credere che ora fa tutto questo ;)

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